AttivazioniGratuite.it è contenta di pubblicare questi dati del Ministero dell’Economia e Finanze, che dimostrano che in una situazione di crisi generalizzata nel nostro paese, il settore del gaming ed in particolare delle scommesse resta un mercato di ottimi guadagni e prospettive.
Nel mese di giugno 2017 sono state 143 le nuove attività connesse al settore delle lotterie, scommesse e case da gioco che hanno preso il via in Italia. Secondo i dati del Ministero dell’Economia e Finanze, il numero di nuove aperture cresce del 14,40% rispetto a maggio 2017 e del 12,60% sullo stesso periodo di riferimento del 2016.
Nei primi sei mesi dell’anno sono state avviate nel settore del gaming circa 718 nuove attività con partita Iva.
A livello generale, nello scorso mese di giugno sono state aperte 38.466 nuove partite Iva; in confronto al corrispondente mese dell’anno precedente si registra una flessione dello 0,7%.
La distribuzione per natura giuridica delle aperture di partite IVA mostra che la quota relativa alle persone fisiche è pari al 69,2% del totale, la quota delle società di capitali è pari al 25,5%, la quota relativa alle società di persone si attesta al 4,3%. La percentuale relativa ai “non residenti” e “altre forme giuridiche” è pari all’1%. Rispetto al giugno 2016 si rileva un calo di aperture più limitato per le persone fisiche (-2,4%) e più marcato (-12,3%) per le società di persone. Le società di capitali registrano invece un incremento (+7%).
Riguardo alla ripartizione territoriale, il 42,3% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 22,7% al Centro ed il 34,7% al Sud ed Isole. Il confronto con il corrispondente mese dell’anno scorso evidenzia gli aumenti più cospicui in Valle d’Aosta (+13,3%), Liguria (+7,9%) e nella provincia autonoma di Bolzano (+7,2%); le flessioni più marcate si registrano in Basilicata (-30,8%), Molise (-13,6%) e Calabria (-10,5%).
La classificazione per settore produttivo evidenzia, come di consueto, che il commercio registra il maggior numero di aperture di partite Iva (20,9% del totale), seguito dalle attività professionali (14,2%) e dalle attività di alloggio e ristorazione (9,1%). Analizzando i settori principali, gli incrementi più significativi, rispetto al giugno 2016, si rilevano nei trasporti (+14,1%), attività immobiliari (+10,5%) e nella sanità (+10,2%); mentre i cali più rilevanti si registrano nell’agricoltura (-15,3%), nel commercio (-8,3%) e nei servizi residuali (-1%).
Relativamente alle persone fisiche, la ripartizione per sesso è sostanzialmente stabile, con il 62,2% delle partite Iva aperte da soggetti di sesso maschile. Il 47% delle aperture è attribuibile ai giovani fino a 35 anni di età e il 33,3% a soggetti tra 36 e 50 anni. Rispetto al giugno dello scorso anno emerge una flessione di aperture in tutte le classi di età, più significativa nella classe più anziana (-7%), ma con l’eccezione della classe 51-65 anni (+2,3%). Il 18,5% di chi ha avviato una partita Iva a giugno risulta nato all’estero.
Nel mese in esame 14.208 soggetti hanno aderito al nuovo regime forfetario (circa il 37% del totale delle nuove aperture), con un aumento dell’ 8,3% in confronto al corrispondente mese dell’anno scorso.
Ma cosa significa “aprire partita iva”?
Di per sé, ottenere l’attribuzione del famoso codice a undici cifre è semplicissimo, basta compilare un modulo di richiesta e presentarlo, di persona o in modalità telematica, all’Agenzia delle Entrate che rilascia il codice istantaneamente.
Ma cosa comporta possedere un numero di partita iva? Quali sono gli altri adempimenti da rispettare? Quali i costi da sostenere?
Partita Iva e scelta codice ATECO
Nell’apertura della partita Iva, bisogna indicare il codice dell’attività che si vuole svolgere, codice Ateco. La definizione del codice attività non è banale e ha un’importanza fondamentale per la valutazione dell’attività ai fini fiscali. La tabella di classificazione delle attività economiche chiamata ATECO 2007 è consultabile sul sito dell’Agenzia delle Entrate.
Regime forfettario o ordinario
Un fattore importante è scegliere il tipo di sistema contabile: regime forfettario 2017 o contabilità ordinaria. Non è più possibile optare per il regime dei minimi.
Tutti coloro che nel 2016 hanno aperto la propria attività con il regime dei minimi, con un’imposta sostitutiva agevolata del 5%, possono mantenere tale regime fino al raggiungimento della soglia limite di età, che è fissata a 35 anni.
Regime ordinario: i costi per coloro che aprono una partita IVA a regime ordinario riguardano le spese di gestione e i numerosi obblighi contabili, a seconda che il regime di contabilità sia ordinario o semplificato. Le spese ricorrenti sono:
diritto annuale per l’iscrizione dell’impresa alla Camera di Commercio,il cui costo da 12 euro (per unità locale) ai 120 euro (per le società semplici inattive o non agricole e per le società tra professionisti);
costo del commercialista (almeno 900 euro l’anno)
contributi INPS (per i commercianti l’importo è di € 3.683 base, se il tuo reddito supera i € 15.548 , dovrai versare – solo sulla parte di reddito in più – un contributo pari al 23,64% se sei un commerciante.)
IRPEF
IVA
IRAP
Regime forfettario con due tipi di tassazione agevolata
tipo di tassazione per le nuove partita IVA, si applica il regime forfettario startup, che prevede la tassazione agevolata del 5% per i primi 5 anni d’imposta e del 15% a partire dal sesto anno. I contributi INPS incidono invece per il 27% sul reddito di impresa;
tipo di tassazione, per le partite IVA già avviate, si applica il regime forfettario ordinario con aliquota al 15%.Chi opta per il regime forfettario ha pochissimi obblighi contabili, in quanto godono di importanti semplificazioni:
divieto di rivalsa dell’IVA;
divieto di esercitare il diritto alla detrazione dell’IVA;
esonero dalla registrazione delle fatture emesse;
esonero dalla registrazione dei corrispettivi;
esonero dalla registrazione delle fatture di acquisto;
esonero tenuta e conservazione dei registri e documenti;
esonero dalla liquidazione e versamento dell’IVA;
esonero dalla dichiarazione IVA;
esonero dalla presentazione dello spesometro;
esonero dall’obbligo di comunicazione delle operazioni effettuate nei confronti di operatori aventi sede nei Paesi black list;
esonero dalla certificazione dei corrispettivi qualora svolgano le attività previste dall’art. 2 del D.P.R. 696/1996.
I contributi INPS incidono invece per il 27% sul reddito di impresa.
Finanziamenti agevolati per Avvio Attività
Prestito “Avvio attività” è un prodotto di finanziamento a tasso fisso o variabile destinato all’avvio di nuove attività imprenditoriali che AttivazioniGratuite offre a tutti i suoi clienti. (vista la nostra pagina per maggiori informazioni).